Al complesso abbaziale di S. Galgano si arriva attraverso una magnifica passeggiata in una zona incontaminata, selvaggia, piena di boschi che rimanda subito la mente ai tempi dei cavalieri del medioevo. Siamo a una trentina di chilometri ad ovest di Siena, tra due piccoli borghi, Monticiano e Chiusdino, da dove passa l’antica strada maremmana che unisce questa parte della Toscana, il cuore della Toscana, con Grosseto e la costa etrusca. Il complesso – composto dall’abbazia di S.Galgano scoperchiata e dall’eremo di Montesiepi- venne costruita secondo lo stile gotico-cistercense verso la fine del XII secolo. A quel tempo costituiva un punto di riferimento per i viandanti e i pellegrini, ma ancora oggi è sicuramente l’icona simbolica della Val di Merse, uno dei luoghi più suggestivi della Toscana, diventata nel tempo una strordinaria cornice per spettacoli teatrali e musicale ma anche set di film di registi famosi (il regista russo Andreij Tarkovskij vi girò alcune scene del suo capolvaoro : suo capolavoro, “Nostalghia”).
Nei pressi dell’abbazia, poco distante, si trova su un piccolo colle, l’eremo di Montesiepi dove è custodita la famosa spada di S. Galgano che-secondo ciò che ci ha tramandato la tradizione- il nobile cavaliere Galgano Guidotti (che vi visse da eremita fino alla fine dei suoi giorni) avrebbe infisso nella roccia a simboleggiare la rinuncia alla vita mondana. Nella cappella adiacente all’eremo c’è un bellissimo affresco, ancora conservato bene, di Ambrogio Lorenzetti (pittore italiano del Trecento, tra i maestri della scuola senese), che racconta scena di vita di S.Galgano. Vicino all’affresco, in una teca le mani di uno dei tre cavalieri invidiosi che-secondo la tradizione-nel tentativo di svellere la spada si vide assalito dai lupi di S.Galgano che gli sbranarono le braccia. L’esperienza della visita all’abbazia di S. Galgano è particolarmente suggestiva se fatta al tramonto o di notte.