Prof. Enrico Lambiase
Enrico Lambiase nasceva a Santa Maria Capua Vetere in provincia di Caserta il 19 ottobre 1943. Primo di cinque figli di Angelo “impiegato della Marina Militare” e di Anna Palmiero, visse il peso delle difficoltà economiche e sociali del primo dopoguerra, in quel clima di generale volontà di riscatto, di rinascita economica e sociale da avviare sulla base di rinnovate regole morali e di convivenza civile, di disattesi ideali di giustizia e di solidarietà.
Trasferitosi con la famiglia in provincia di Napoli, a Torre del Greco, qui completava il Liceo Classico e si Laureava in Lettere e Filosofie all’Università di Napoli.
L’adolescenza fu simile per tanti aspetti a quella di altri ragazzi della sue età, in un clima di ristrettezze finanziarie, pochi divertimenti, molti sacrifici e in più, per alleviare le difficoltà economiche sopportate dai genitori, rendendo lezioni private a studenti coetani. In questo clima generale, la sua formazione risentiva dei valori e comportamenti trasmessi in famiglia e da un lato, il forte senso del dovere e il richiamo al rispetto degli impegni del padre, dall’altro, la profonda discrezione e sensiblità della madre – ma anche degli insegnamenti appresi dallo studio dei classici latini che ebbero una parte importante nel costituirsi dei suoi riferimenti etici.
Il suo carattere di allora era comunque quello di una persona timida, anche se non introverso, certamente già molto responsabile per un ragazzo della sua età e tuttavia vivace nei suoi interessi, già allora vari, dalla letteratura alla filosofia, alla storia, all’arte, la pittura e la musica, sensibile e incuriosito, affascinato dall’umanità e dalla natura.
Subito dopo la Laurea, a venticique anni, vinceva il concorso a cattedra di Lettere classiche e si trasferiva in Piemonte per iniziare l’insegnamento scolastico. Questo periodo della sua formazione umana e professionale si collocava negli anni ’60, il periodo, forse, più culturalmente fervido della storia del dopoguerra nel nostro paese e le cui vicende ebbero un certo peso nell’orientare quei valori, ai quali era stato educato, verso ideali di giustizia e solidarietà sociale. È di questo periodo l’avvicinarsi sinceramente spassionato all’impegno politico.
Dal Piemonte Enrico ritornò a Torre del Greco dove dal 1967-77 al 1989 ricoprì la cattedra di Lettere presso il Liceo Scientifico. In quegli anni lasciò una traccia importante nella sua attività di insegnamento e tutt’ora lo ricordano ancora molti dei suoi ex allievi per la sua capacità di saperli sempre coinvolgere costruttivamente nelle lezioni che egli teneva, di stimolarli ad un approccio mai scontato, sempre interrogativo e curioso verso la realtà circostante. Nell’insegnamento egli ebbe modo di entrare in feconda simibiosi verso il mondo giovanile in cui sempre vedeva la parte più potenzialmente creativa dell’umanità. Con la scelta di partecipare al concorso di Preside, che vinse nel 1989, si trovò a scegliere tra diverse sedi e fu una scelta quasi obbligata la Toscana, che aveva dato i natali a quel Fattori, del movimento dei macchiaioli su cui anni addietro aveva preparato la sua tesi di laurea.
In questa regione Enrico trovò una seconda patria: egli, amante della natura e della bellezza, amava immergersi nei luoghi della campagna toscana per scoprire gli spazi a lui più consoni e fissare nel suo animo gli aspetti delicati e dolci delle colline.
Anche nella sua nuova veste istituzionale di Preside seppe mantenere quella sua capacità di ascolto, di comprensione e di disponibilità al dialogo fecondo che aveva avuto durante il mestiere di insegnante. Il suo amore e la sua dedizione per il lavoro ha fatto di lui un degno rappresentate dell’ Istituto “Enriques”, dal momento che, grazie alla sua capacità di stabilire rapporti trasparenti e leali con le Amministrazioni locali, ha saputo far crescere la scuola facendola diventare uno dei più importanti “poli scolastici” della Val d’Elsa, fino alla realizzazione di un importante ramo che è l’Instituto Alberghiero, alla cui costituzione ha lavorato con passione.
L’affetto che lo circondava ha continuato a manifestarsi anche negli anni della pensione, perchè era molto stimolante e piacevole incontrarlo e le persone che lo conoscevano amavano sempre fermarsi a discutere con lui, pretesto per ragionare insieme del vivere quotidiano e sociale.
E la passione per le poesie…
Un interesse particolare egli aveva per la poesia, testimoniato da una consistente produzione, di cui una parte l’Instituto Enriques di Castelfiorentino si è voluto fare carico di proporne la pubblicazione con il concorso finanziario della locale Banca di Credito Cooperativo di Cambiano e il patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Castelfiorentino. Senza entare nel merito delle valutazioni letterarie che sono state fatte dal Prof. Marchi, importante critico letterario e membro della giuria del Premio, nelle poesie scelte per la pubblicazione sembra riconoscibile la sensibile quanto discreta, delicata e dedicata curiosità di Enrico verso ogni aspetto della natura, che sia esso un frutto, un fiore o lo stesso animo umano e le sue manifestazioni verso cui sempre partecipava con spirito sensibile, collaborativo, a volte sofferto, ma mai rinunciatario anzi rassicurante, a volte anche paterno.
Così come si riconoscono, anche se forse velate, le esperienza amare della vita ma nondiméno la sua intatta gioia di vivere, di scoprire cose nuove, con i sentimenti immutati del bambino che non finisce di riguardare meravigliato quell’unico giocattolo che la madre gli ha potuto comprare, quando il denaro serve per sopravvivere. Quando si ha poco, a quel poco si dà un grande valore, vi si cerca di scoprire ogni cosa, di ricavare l’opera d’arte da un pò d’argilla, uno suono meraviglioso da un semplice strumento, una poesia sublime in poche righe: è quello che ti basta.
Enrico era interessato a tutto: aveva operato con sana passione in politica, amava dipingere, si appassionava al teatro (ricordiamo i suoi viaggi a Praga con il suo gruppo teatrale di Torre del Greco), aveva imparato sin da piccolo a suonare strumenti musicali diversi, si era interessato all’arte, aveva costruito una profonda cultura letteraria, storica e filosofica che l’infervorava con la stessa intensità ogni qual volta che aveva l’occasione di riprendere pensieri ed elementi culturali dell’umano essere. Peraltro aveva la pudicizia dell’uomo che sa misurarsi con l’immensità della Cultura.
Carmine e Mario Lambiase
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il prof. Enrico Lambiase è stato il mio indimenticato docente di italiano alla scuola media Giacomo Leopardi di Torre del Greco nei primi anni Settanta. Ci spinse verso una visione della materia al di la dei programmi scolastici, spingendoci a realizzare interviste ed altri elaborati sulla nostra città. Con mia enorme soddisfazione mi fece relazionare alla mia classe di un lavoro fatto sul periodo del colera. Purtroppo come tutte le cose preziose, lo perdemmo dall’oggi al domani. Sono passati tanti anni, ma è uno dei pochi docenti che porto nel cuore.